LUCE PER UN CANTIERE

Installazione presso la Chiesa di Sant'Anna.

Modica, Italia, 2023

01.11.2023
Ragusa News

Il rosso e il bianco. Rivive la chiesa di Sant’Anna a Modica

La chiesa di San Calogero e Sant’Anna rinasce grazie a una installazione di luce e a un video

Modica - Una luce rossa, sofferente, sulla volta; una luce bianca, neutra e priva di emozione, sulla navata.

Lo spettatore? È quasi un ingegnere che entra per la prima volta in un cantiere.

Possono una installazione di luce e un video far germogliare dalla polvere un luogo sacro, inaccessibile, sconosciuto alla comunità che lo ospita?

C’è uno spazio urbano al quartiere d’Oriente a Modica, quello che precede e permea la chiesa di San Calogero e Sant’Anna, che enuclea una energia mistica straordinaria. È la via Ente Liceo Convitto.

Ma solo entrando dentro l’edificio di culto chiuso da decenni, inagibile, decadente, ruderizzato, si capisce il senso di quell’emozione predittiva.

La chiesa di San Calogero e Sant’Anna è un luogo autentico, chiuso al mondo, puntellato con tiranti provvisori e tamponamenti ai muri, in attesa di una messa in sicurezza che non c’è, di una fruizione desiderata ma impossibile.

Impossibile se non fosse che il regista Andrea Giannone (Modica, 1982), autore di diversi documentari per Sky, ha avuto l’intuizione di chiamare l’amico Angelo Sanzone (Vittoria, 1977), designer della luce con una tesi al Politecnico di Milano sulla luce nei luoghi di culto, per accendere un fuoco.

L’occasione l’hanno data le Giornate Fai del 14 e 15 ottobre quando Sanzone e Giannone hanno dato vita a “Luce per un Cantiere”.

Fra tamponature murali, opere di tirantaggio e muretti posticci è stata creata una passerella amovibile in legno al centro della navata (messa in sicurezza) dove una installazione di luce illumina come in un cantiere i muri laterali in maniera fredda, asettica, acritica.

Un’altra luce, rossa illumina la parte alta della chiesa, dove è visibile il tetto a falda di nuova costruzione.

“La luce rossa avvolge la navata e rappresenta la sofferenza dell’edificio”, spiega Angelo Sanzone, “la luce bianca dei tubi a led rappresenta la luce di cantiere: piatta, uniforme, fa vedere ogni cosa, pregi e difetti…”.

Il percorso del visitatore termina in prossimità del presbiterio, anch’esso illuminato e transennato per impedire l’accesso, ma assolutamente visibile al pubblico: è l’attrazione maggiore per i visitatori, per i suoi particolari affreschi a trompe–l’oeil insoliti nel patrimonio artistico locale.

“La mia idea -spiega il designer Sanzone - è di usare la luce per salvare un bene culturale nascosto e che deve tornare accessibile.

La pedana collega fisicamente le due superfetazioni presenti: un muro in blocchi di tufo e una imponente struttura costruita con tubi innocenti che reggono le due arcate principali dell’aula. Percorrendo la pedana, il visitatore è condotto a fruire lo spazio come un addetto ai lavori che per la prima volta svolge un sopralluogo tecnico. Nella zona di accesso i visitatori guardano il video del regista Giannone che racconta la storia del luogo”.

La chiesa presenta sopra il portale di ingresso la data 1686. È probabile che risalga a quell'epoca nel suo impianto generale, mentre l'interno, nei suoi apparati decorativi, è stato arricchito, nel corso del Settecento.

Ospitava il famoso Crocifisso ligneo del XVII sec. di pregiato valore oggi restaurato e visibile nei locali del Liceo Convitto.

Si entra sei alla volta.

L’installazione è stata resa possibile grazie all’ospitalità dell’Ente Liceo Convitto di Modica e della sua presidente Teresa Floridia.

06.11.2023
97100
MAGAZINE

“Luce per un Cantiere”, l’installazione artistica fa brillare la chiesa di Sant’Anna a Modica

Serve impegno a resistere alla voglia di far aderire la pianta dei piedi alla pietra di un luogo senza tempo. Invece si è obbligati a vivere quella sensazione di scomodità che nasce spontanea quando si è costretti a attenzionare l’andamento del proprio corpo.
Lo spazio è di una pedana in legno, larga quanto due corpi, uno adiacente all’altro, e lunga un po’ di metri, che raddoppiano la curiosità di raggiungerne il punto più estremo. La luce dei tubi a led è cruda, disegna un tunnel, illumina il percorso ma anche tutto ciò che ti circonda, senza nascondere nessuna crepa, pare una lente d’ingrandimento, sentenzia lo stato di quella struttura dentro cui muoversi, un passo alla volta.

Percorrere la pedana, con l’impressione di percepire la polvere di un cantiere, e ti ritrovi ad essere tu, l’operaio di quel cantiere, osservi le fondamenta, le pareti della navata. Fino ad arrivare lì, alzare in alto la testa e rimanere immobile per la pienezza degli affreschi a trompe-l’oeil che avvolgono il presbiterio della chiesa di Sant’Anna. E non ci si può che chiedere: perché questo posto non è fruibile, alla pari di qualunque altra chiesa?

“Luce per un Cantiere” è il tentativo del designer Angelo Sanzone, insieme all’apporto del regista Andrea Giannone, di riaccendere questa domanda e renderla interrogativo comune, a partire proprio dalla richiesta del Fondo per l’Ambiente Italiano, di far visitare questo edificio, proprio accanto all’Ente Liceo Convitto di Modica, solitamente inaccessibile, eppure uno scrigno di bellezza architettonica sconosciuta ai più.

Un’installazione di arte contemporanea, vestita da pedana, amovibile in legno e posta al centro della navata, percorribile da sei persone alla volta, non di più, con l’intento di sensibilizzare attraverso quella luce rossa che d’impatto sorprende, una volta tornati indietro, metafora della ferita di un luogo nascosto di cui avere cura, a partire dal primo tassello di costruzione: lo sguardo.

Abbiamo trattato lo spazio come un cantiere – racconta il designer Sanzone – la passerella è volutamente fatta da un metro, una luce come si passasse sotto un ponteggio, piatta, di cantiere. Vivere il percorso come si stesse facendo il primo sopralluogo da parte del tecnico, non a caso si ha la sensazione di camminare su qualcosa di precario. Sensibilizzare l’opinione pubblica e gli addetti ai lavori, affinchè si proceda con il restauro di un luogo che è unico, è la speranza più grande. La luce rossa vuole raccontare la sofferenza di questo edificio, che grida aiuto, che nasconde dei tesori di cui non siamo neanche consapevoli, eppure unici nel suo genere, nel Val di Noto.”

© Copyright. Tutti i diritti riservati.

Abbiamo bisogno del vostro consenso per caricare le traduzioni

Per tradurre i contenuti del sito web utilizziamo un servizio di terze parti che potrebbe raccogliere dati sulla vostra attività. Si prega di rivedere i dettagli nell'informativa sulla privacy e accettare il servizio per vedere le traduzioni.